Individuare il conflitto di interessi reale, potenziale e apparente e il conflitto di impegni
Dopo aver visto il video "Il lato oscuro dell'antimafia" (https://www.iene.mediaset.it/puntate/2015/05/14/viviani-il-lato-oscuro-dell-antimafia_9548.shtml), Individuare il conflitto di interessi reale, potenziale e apparente e il conflitto di impegni. Inoltre, dopo aver valutato le varie fattispecie di conflitto, proporre possibili rimedi per la gestione
Conflitto d'interesse reale: l'avvocato Cappellano possiede un albergo ed è stato nominato amministratore giudiziario di una catena di alberghi sempre a Palermo.
RispondiEliminaConflitto potenziale: il marito dell' ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Palermo, il giudice Saguto ovvero colei che affida le aziende agli amministratori giudiziari, è stato collaboratore presso lo studio dell'avvocato Cappellano ed è a capo di un'area tecnica di una delle aziende amministrate dall'avvocato.
Conflitto interesse apparente si rintraccia nel come potrebbe essere vista dall'esterno la situazione di conflitto di interesse potenziale sopra descritta.
il conflitto di impegni si configura ogniqualvolta viene sottratto del tempo ad una azienda della quale si è amministratori giudiziari per gestire l'azienda di proprietà. Inoltre quando un amministratore giudiziario viene incaricato di amministrare molteplici aziende sequestrate, di per se si viene a creare un conflitto di impegni poiché , per provvedere alla gestione ordinaria e straordinaria delle stesse, a causa dell'elevato numero dovrà sottrarre del tempo a ciascuna a discapito delle altre.
Una gestione alternativa, anche se nel caso specifico è stato dimostrato che vi erano reati che andavano dall'associazione per delinquere, contestata alla Saguto, al marito e all'avvocato Cappellano Seminara, ma anche dalla corruzione all'abuso d'ufficio, passando per il falso, la truffa e il peculato, potrebbe essere l'utilizzo di un metodo di rotazione tra gli amministratori giudiziari. Fondamentale che si eviti l'eventuale conflitto tra interessi primari dell'amministratore, qualora possegga attività proprie, e quella assegnata. Andrebbe evidentemente stabilito un limite massimo di aziende amministrabili e un controllo sui chi ha il potere di nominare gli amministratori certamente più stabile.
Il caso dell' avvocato Cappellano Seminara probabilmente presenta molteplici forme di conflitto di interessi perché oltre ad esaminare tutte gli incarichi che ricopre nelle aziende bisognerebbe anche capire dove sono i suoi investimenti, mi sembra del tutto plausibile che il suo patrimonio non sia solamente legato alle strutture recettive a Palermo. Dal mio punto di vista la prima tipologia di problematica che è immediatamente risalta è il conflitto di impegni, gestire tra le 80 e le 90 aziende è fisiologicamente impossibile e ciò crea un danno gigantesco in termini economico finanziari alle aziende che invece dovrebbero ricevere una consulenza dedicata in modo da soddisfare l'interesse primario di sopravvivere e continare a produrre. Il conflitto di impegni portato alle estreme conseguenze erode il tessuto aziendale del territorio e genera problematiche sempre più ampie. Sono d'accordo sulla situazione di conflitto di interessi potenziale tra il marito della dottoressa Saguto e l'avvocato Cappellano Seminara che è allo stesso tempo apparente in quanto non contribuisce a creare una immagine di trasparenza verso la collettività. Da esattamente la sensazione opposta e cioè che tutta questa procedura di assegnazione delle aziende da amministrare sia ammantata da un velo di corruzione. Può sembrare assurdo ma non sono convinto al 100% che ci sia un conflitto di interessi reale nel fatto che Cappellano Seminara, già proprietario di un hotel, ne amministri anche uno confiscato. È ovvio che questa situazione per intero è estremamente patologica ma se simestrapola solo questa fattispecie potrebbe non essere cosi in conflitto. Prima di tutto bisognerebbe approfondire se la domanda e quindi conseguentemente l'offerta delle due strutture coinvolge lo stesso tipo di soggetti, si rivolgono entrambi alla stessa fetta di mercato? Offrono servizi talmente differenti che non è possibile pensarli come diretti competitors? Se l'interesse primario è che queste strutture lavorino al meglio e rimangano in vita, è del tutto scorretto affidarle a chi già opera nel settore (ovviamente a patto che effettivamente i mercati siano differenti). La mia risposta non esclude il conflitto di interessi perché ci vorrebbe una ricerca maggiore sulla situazione specifica, però ritengo che sia più potenziale che reale se non addirittura apparente.
EliminaLa soluzione più ovvia è evitare che gli amministratori accumulino cariche infinite, va stabilito un tetto massimo per evitare il conflitto di impegni. Sul meccanismo di rotazione posso essere d'accordo ma come meccanismo che disincentiva la mala gestione dei beni altrimenti l'eccessiva rotazione porta ad ulteriore instabilità per imprese già sotto stress. Inoltre si potrebbe pensare ad un administrator rating basato sulle performance in modo da rendere tutta questa pool di amministratori più dinamica con soggetti che ne escono a causa di performance basse e nuovi amministratori che hanno possibilità di emergere.
Sono completamente d'accordo che la vigilanza su chi gestisce le nomine di amministratore in caso di misure di prevenzione deve essere rinforzato in modo da evitare il fenomeno descritto dal servizio.
Conflitto d'Interessi reale: Avv. Cappellano che possiede un'attività nel settore alberghiero e gestisce come amministratore giudiziario altri alberghi.
RispondiEliminaConflitto d'interesse potenziale: Avv. Cappellano che gestisce contemporaneamente oltre 70 aziende in molteplici settori. Tra queste aziende potrebbero esserci aziende concorrenti le quali sotto la sua stessa amministrazione questa volta una "mano invisibile" non però alla Adam Smith, potrebbero colludere in fasi di gara per aggiudicarsi appalti ad esempio per gare indette dall'Amministrazione Pubblica.
Avv. Cappellano che ha come membri del Consiglio di Amministrazione di una delle società da lui gestite il marito della Dott.ssa Saguto
Conflitto d'Interessi Apparente: Dott.ssa Saguto la quale assegna all'Avv. Cappellano l'amministrazione di tutte le aziende in questione pur conoscendo la sua situazione, pur sapendo il suo attuale conflitto di interessi nonchè conflitto di impegni. Inoltre la Dottoressa Saguto è assidua frequentatrice dell'Avvocato Cappellano il quale interrogato sulla questione si è dimostrato in difficoltà. il Marito della Dottoressa Saguto inoltre, come già detto in precedenza, è membro del CdA di una delle aziende gestite dallo stesso Cappellano.
conflitto di Impegni: Cappellano, così come molti altri nella sua stessa situazione, non è oggettivamente in grado di gestire tutte le aziende a luii affidate. Questo purtroppo non con una accezione che verte alla compassione verso lo stesso ma con una vena di rammarico perchè purtroppo si può solo lontanamente immaginare gli impatti di questa "mala-gestione".
Pierpaolo Ricci
L’inchiesta delle Iene evidenzia soltanto in parte la fitta rete di connessioni, favori, corruzione e mala gestio che ha reso “magico” il cerchio della Saguto. Le indagini degli ultimi due anni hanno evidenziato come, al di là dell’avere affidato all’avvocato Cappellano Seminara la gestione di attività analoghe a quelle da lui svolte privatamente, il caso Saguto sia permeato da conflitti di interesse evidenti tanto quanto non gestiti e per questo diventati “normali” non solo agli occhi degli indagati ma anche a quelli dei cittadini-spettatori.
RispondiEliminaIl CdI potenziale, a mio avviso, si manifesta sin dal momento in cui il presidente della sezione Misure di Prevenzione di qualunque tribunale si ritrova ad avere un potere discrezionale tanto ampio da potere conferire incarichi di amministratore giudiziario o coadiutore a chiunque – senza alcuna restrizione o limite legislativo. Stessa situazione per quanto concerne l’esercizio dei compiti degli amministratori giudiziari, per i quali non è (era) previsto alcun limite nel numero di incarichi attribuibili, doveri espliciti nei confronti del bene gestito e nessuna forma di controllo o rendicontazione dell’operato. Queste situazioni tra l’altro possono anche configurare ipotesi di conflitti di impegni legati alla difficoltà concreta di un giudice di gestire da solo l’intero sistema di misure preventive e i relativi sequestri e confische o di un amministrazione giudiziario di gestire più di 70 società contemporaneamente (e in aggiunta alle proprie).
Ciò ha portato ad evidenti situazioni di CdI reale che hanno alimentato un vorticoso sistema di consulenze e nomine (e connessi soldi sporchi) tra parenti, amici e amici degli amici. Si può dunque individuare conflitto di interessi reale nell’affidare “alla cieca” continue nomine all’amico Cappellano Seminara, o al prof. Provenzano (relatore del figlio), o al figlio del giudice Virga (corte di appello di Roma). E ancora: la nomina da parte di Cappellano Seminara del marito della Saguto come consulente dei beni da lui gestiti e la liquidazione di ingenti compensi, l’assunzione della nuora della Saguto nello studio di Virga o l’inserimento di amici e amici di amici nelle società sottoposte a sequestro.
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Bianca Piazza Restivo
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EliminaSebbene la presenza di conflitti di interesse nella scelta degli amministratori giudiziari non sia di per se una forma di corruzione, questa inchiesta mostra però molteplici comportamenti opportunistici che hanno permesso la realizzazione di un sistema, dove la gestione della cosa pubblica è stata influenzata e piegata ad interessi personali. Le indagini degli ultimi due anni hanno infatti rivelato spostamenti ambigui di soldi da Cappellano Seminara alla Saguto, scambi di regali, parcelle gonfiate o per prestazioni mai eseguite a suo marito, bonifici-premio effettuati nei confronti della commissione di laurea del figlio,
storno di parcelle altissime per la gestione del patrimonio affidato a Cappellano Seminara (tra l’altro da parte di una società che emette fatture da lui posseduta al 95% - e 5% della figlia).
Ripercorrendo i contenuti della lezione mi sembra, inoltre, possibile richiamare alcuni degli elementi del triangolo della frode di Cressey ed in particolare la razionalizzazione della frode (vedi il tentativo dell’avv. Cappellano Seminara di minimizzare gli eventi o giustificare il non avere prontezza di tutti i beni da lui amministrati perché “molto impegnato”) ma anche l’effettiva opportunità di commettere la frode dovuta anche a sistemi inefficaci di controllo interno e una robusta “protezione” da parte del cerchio magico e di tutto l’entourage coinvolto nel caso Saguto, possibile grazie ad una spartizione ampia della torta.
Tutto ciò evidenzia altresì una situazione di CdI apparente sia ex ante - dal momento che gli interessi della Saguto potevano a priori essere visti in conflitto con gli interessi primari della corretta gestione della cosa pubblica - sia ex post – danneggiando così gravemente l’immagine e la reputazione della magistratura tutta sminuendola ad un’ “antimafia di facciata”.
In tal senso, non è facile proporre dei rimedi sia per la severità del CdI sia perché il potere discrezionale dei magistrati – a mio avviso – non dovrebbe essere messo in discussione. Per evitare che situazioni di CdI potenziale o reale sfocino, come in questo caso, in comportamenti opportunistici e corrotti si potrebbe far leva sulla legge relativa alle misure di prevenzione. Non credo sia corretto limitare il potere discrezionale dei magistrati a tal punto da permettere sequestri solo in relazione a procedimenti penali conclusi, piuttosto si potrebbe agire sulla nomina fiduciaria degli amministrazioni e sganciare tale compito da quello di emissione dei decreti di sequestro al momento in mano al medesimo magistrato. Dovrebbe essere vietata quantomeno la nomina di parenti e conviventi e potrebbe essere inserita una graduatoria di merito degli amministratori, consentire un numero massimo di incarichi concomitanti e fissare parcelle standard per gli amministratori e i periti/consulenti da loro nominati. Dovrebbero inoltre essere introdotte precise disposizioni riguardo il ruolo di amministratore giudiziario, prevedendo obblighi di rendicontazione dell’operato (nel video si fa l’esempio della presentazione dei bilanci) e possibilità di revoca dell’incarico in caso di gestione passiva del bene.
Non credo, comunque, esistano metodi per eliminare il CdI apparente se non il buon senso e la reputazione di chi in tali situazioni si può trovare. Dalle intercettazioni risulta un atteggiamento gradasso e prepotente dei soggetti coinvolti nelle indagini (“io sono come dio onnipotente”) e -anche di fronte a comportamenti integerrimi – questi influenzano moltissimo la percezione della gente.
Bianca Piazza Restivo